Che cos’hanno in comune i mozziconi di sigaretta con gli assorbenti igienici e la sabbia per le lettiere dei gatti? Ogni giorno gli impianti di depurazione devono ripescarli dalle acque reflue, sebbene non sia quello il loro posto.
Utilizzo
Oggi avere un collegamento diretto alle fognature in casa è un fatto pressoché scontato per molti; questo però non ci autorizza a scambiare gli impianti di depurazione per discariche. Tutto quello che gli impianti non riescono a prelevare dall’acqua si riversa nei fiumi, nei laghi o in mare. Oli e grassi non solo otturano gli scarichi civili, ma, giunti nelle fognature, creano insieme ad altri residuati terreno fertile per i batteri che, rafforzandosi, possono addirittura intaccare le tubature. Troppo olio inoltre può risultare dannoso per i microrganismi dei depuratori biologici. Si rende quindi necessario l’uso dell’azoto, pratica che fa schizzare i costi alle stelle. Ancora più nocivi sono gli oli tecnici: immessi negli scarichi danneggiano in maniera irreversibile i depuratori, come anche la fauna acquifera, e già in minime dosi infettano milioni di litri d’acqua potabile. Qualsiasi tipo di sostanza chimica contenuta nelle acque reflue accelera la corrosione delle tubature e costituisce una minaccia per l’ambiente. Alcune hanno un effetto analogo agli ormoni naturali. Anche i medicinali — sia secreti dal corpo o semplicemente buttati nel water — in acqua hanno effetti devastanti: gli estrogeni sintetici della pillola anticoncezionale portano alla scomparsa dei pesci maschi, e, nel 1992, sono stati trovati per la prima volta resti di una sostanza dimagrante anche nell’acqua potabile. Cercando in modo più preciso, in acqua si trovano anche antibiotici, analgesici, psicofarmaci e altre sostanze. Le conseguenze per l’ambiente e la salute sono pressoché impossibili da quantificare.
Lo sapevate?
Per funzionare al meglio, gli impianti di depurazione delle acque richiedono una superficie di 2 metri quadrati per abitante.
Ogni anno, dalle fessure in questi canali, filtrano circa 600 milioni di metri cubi di acque reflue, e nel peggiore dei casi raggiungono la falda freatica, portandosi dietro tutte le sostanze nocive.
Circa un miliardo di persone in tutto il mondo non hanno accesso all’acqua potabile pulita.
Consigli
Se volete che nelle vostre case arrivi acqua potabile pulita, dovete impegnarvi per primi a non sporcarla. Non scambiate water e lavandini per bidoni della spazzatura. Per gli avanzi di cucina, cibo avanzato o altri corpi solidi, esistono il bidone della spazzatura
e il compost.
Oli e grassi fritti, raccolti in bottiglie, possono essere consegnati a un centro di riciclaggio comunale. Ogni punto vendita di olio per macchine, come, per esempio, il vostro benzinaio, è tenuto a ritirare gratuitamente l’olio usato. Solventi, sostanze fotochimiche, pitture e vernici — anche idrosolubili — non devono finire tra le acque di scarico, ma nella raccolta differenziata.
Portate in farmacia o nei centri di raccolta comunali i medicinali scaduti o che non vi servono più.
Conclusioni
Le tasse sugli scarichi sono veri e propri boomerang: ogni sostanza nociva che gettate tra le acque di scarico torna a voi sotto forma di aumento delle tasse. E se la sola conseguenza per aver smaltito i rifiuti in questo modo è l’aumento dei costi, possiamo considerarci fortunati. Poiché gli impianti di depurazione non sono in grado di rimuovere dalle acque tutte le sostanze tossiche, e poiché molte di queste sostanze non ci sono ancora note, è bene non sopravvalutare il potere autopulente delle acque.
Tommaso Svaldi è un esperto di casa e giardino che gestisce un blog online dove pubblica guide dettagliate su vari argomenti. Le guide di Tommaso sono apprezzate dai suoi lettori per la loro semplicità, chiarezza e precisione. Ogni guida fornisce informazioni dettagliate, passo dopo passo, per aiutare i lettori a completare progetti di costruzione o di manutenzione in modo efficace ed efficiente.