In giardino non si smette mai di provare e sperimentare, ma a volte fa piacere sapere che ci sono piante che rappresentano autentiche certezze, cui rivolgersi con fiducia per risolvere le situazioni più difficili o quando sia semplicemente necessario avere costanza ed affidabilità.
Da questo punto di vista, sempre più mi convinco che le Salvie siano piante di cui non si possa fare a meno: rappresentano un vero Universo, perché ne esistono di tutti i tipi, per tutte le condizioni climatiche, e che fioriscono a scalare 12 mesi l’anno. Con una opportuna scelta, si può avere il proprio spazio verde ornato da bellissimi fiori tutto l’anno. Ma non solo fiori, anche fogliami dalle forme affascinanti e dalle tessiture mutevoli, talvolta più interessanti dei fiori stessi. Dalle specie californiane e messicane originarie degli ambienti desertici o semidesertici, appassionate del sole, che non temono la siccità ed il calore, a quelle originarie delle foreste del Messico e del Sud America, spesso veri e propri giganti, più bisognose di atmosfere umide e semiombrose, senza contare poi gli ibridi e le forme selezionate, non c’è che l’imbarazzo della scelta. Vorrei dunque proporvi alcune tra quelle che ho introdotto nel mio giardino.
Salvia greggii x microphylla
Parto con quella che probabilmente è la più alacre ed indefessa produttrice di fiori tra tutte quelle che ho, l’ibrido Salvia greggii x microphylla (S. x jamensis). Le prime corolle appaiono a fine aprile e le ultime a dicembre: anche sotto al sole più caldo la pianta, un cespuglio molto vigoroso, denso di foglioline verde brillante lucide, è perpetuamente punteggiata di fiorellini di un vividissimo rosa-porpora, con calici scuri. I singoli fiori non sono grandissimi, circa 1-1,5 cm, ma l’effetto dell’intero cespuglio in fiore è notevole. Resistente al freddo, sopporta senza alcun problema la siccità ed ha un portamento aperto, tipicamente suffruticoso: i rami si allungano sino a 40-50 cm (arrivano sino a 60-70), poi si allargano lasciando vuota la parte centrale, da cui però nascono subito numerosi nuovi germogli che ne occupano lo spazio. Facilissima da riprodurre per talea.
Salvia desoleana
La Salvia desoleana è una rara specie endemica sarda, apprezzata tuttavia ben oltre i confini della sua originaria distribuzione geografica, tant’è che lo si trova descritto con toni entusiastici anche in testi americani. È un sub-arbusto di dimensioni medie (ma può giungere a sfiorare anche i 2 metri), con robusti steli quadrangolari pelosi, e grandi foglie opposte, anch’esse densamente pelose e ondulate al margine, con un caratteristico intensissimo aroma pungente. La fioritura è primaverile, in lunghe spighe (40 cm e più) poco ramificate, che portano moltissime corolle di curioso aspetto, con labbro inferiore appena toccato di marrone su fondo bianco sfumato di verde e celeste.
Salvia argentea
La Salvia argentea è invece abbastanza facile da reperire, apprezzatissima per il fogliame stupendamente argenteo: una ampia rosetta di foglie arricciate, appena dentate ai margini, coperte da un tomento sericeo che le rende quasi bianche, lunghe sino a 25-30 cm e larghe 15-20 cm. È una specie tendenzialmente monocarpica, cioè muore dopo la fioritura, e per questo, visto anche lo scarso interesse offerto dai suoi fiorellini bianchi, si consiglia di tagliare le spighe fiorifere non appena compaiono, per permettere alla pianta di sopravvivere. Però lasciandola fiorire e andare a seme è facile che si dissemini spontaneamente dove più le aggrada, e cioé in terreni assolutamente soleggiati e dal drenaggio perfetto. L’adoro! E’ un perfetto contrappunto a piante con identiche esigenze ma con aspetto del tutto differente, come ad esempio la Nierembergia caerulea, o la semplice Perovskia atriplicifolia ‘Blue Spires’.
Salvia somalensis
Sempre per le stesse condizioni di terreno ed esposizione, la Salvia somalensis assomiglia nel portamento del cespuglio ad una Salvia officinalis, eccetto che è molto più grande, potendo raggiungere con facilità i 2 metri, ed oltre. Le foglie lanceolate, rugose e verde pallido, sono disposte a spirale o a coppie opposte sugli steli, sono sempreverdi ed emanano al tatto una forte fragranza aromatica, resinosa. La fioritura è in lunghe spighe di fiorellini azzurro cielo con una macchia bianca sul labbro inferiore, non certo vistosa ma comunque molto interessante. Non è specie di altissimo valore ornamentale, tuttavia fa parte di quell’ampia schiera di “faticanti” del giardino capaci di sopportare i compiti più ingrati.
Salvia interrupta
La Salvia interrupta (la corretta nomenclatura di questa Salvia è controversa, ancora non se ne riesce a veirne a capo…!), che mi è stata donata da Anna, la capo-giardiniera della Landriana . Una minuscola talea è cresciuta ad una velocità impressionante, raggiungendo presto le proporzioni degli spettacolari esemplari del Giardino degli Ulivi, di cui è figlia. Si tratta anche in questo caso di un grosso arbusto a base legnosa, alto sino a oltre 150 cm, molto rigoglioso, con steli quadrangolari sfumati di viola a maturità e foglie appressate sulle cime, con la medesima tessitura e colore di una Salvia officinalis, ma dal profilo tipicamente “interrotto” a tre fogliolina, la centrale molto allungata, caratteristico anche di altre specie simili (quali Salvia candelabrum, ad esempio). La fioritura è mozzafiato: steli lunghi 70 cm e più, sino ad un metro, con ramificazioni a palchi, portano corolle grandi, di un violetto-blu ricco illuminato da una grande macchia bianca al centro, in tarda primavera-estate. Resistentissima al caldo ed alla siccità, non tollera però i forti geli. Unica pecca di questa pianta (…oltre al non volersi far identificare!) è che talvolta è colpita da improvvisi collassi. Capita pertanto che dopo una inattesa pioggia estiva, ad esempio, alcuni rami o persino l’intero cespuglio risultino irrimediabilmente compromessi, nel giro di poche ore e senza alcun motivo apparente.
Salvia coccinea
Una delle Salvie a fioritura più eclatante per colore ed impatto (specie se coltivata in grandi gruppi) è la Salvia coccinea “Lady in Red”, che come dice M.L. Sotti nel suo volumetto “Salvie” fa “sfigurare qualsiasi Salvia splendens nelle vicinanze”. Si tratta di una varietà dal portamento più compatto della specie tipo (35 cm) e con corolle di un rosso più cupo, ma sempre estremamente brillante. Le foglie sono ovate-cordate, ruvide e non bellissime a dire il vero, per cui preferisco usare questa specie in modo tale che le spighe spuntino sullo sfondo, nascondendo la base con le foglie con altre piante più interessanti. La S. coccinea è assai poco rustica, ma si riproduce facilmente da seme e le piante si conservano tanto male da un anno all’altro che è quasi sempre conveniente coltivarla come annuale.
Salvia patens
In climi caldi si ridissemina spontaneamente. Oltre alla specie tipo esistono altre varietà, “Coral Nymph” a fiore rosa corallo-salmone, “Brent Hurst”, stesso colore appena più scuro e calici porpora bruno, “Lactea”, bianco puro, “Rosea”, rosa tenero a fiore grande. L’altezza è mediamente tra i 40 e i 60 cm, con fioritura profusa per tutta l’estate, avendo l’accortezza di rimuovere con regolarità le spighe sfiorite.
Una delle specie più belle in assoluto, a mio parere è la Salvia patens. Originaria del Messico, questa Salvia vanta i fiori tra i più grandi del Genere, sino a 6 cm, di un incredibile blu cobalto (la foto non è ritoccata!), disposti su lunghi steli vischiosi, che possono raggiungere nei luoghi d’origine i 2 metri (come nella forma “Guanajuato”, a fiori ancora più grandi e foglie macchiate di porpora), ma più spesso è alta sui 50 cm o poco più. Le foglie sono carnose, verde chiaro, triangolari. Ha bisogno, contrariamente alle precedenti, di un terriccio ricco di humus e di nutrienti, umido ed una posizione riparata dai raggi del sole nelle ore più cocenti. Esistono diverse varietà, ‘Cambridge Blue’ ha fiori azzurro-lavanda, ‘Chilcombe’ lilla pallido, ‘White Trophy’ bianco puro. È una specie sensibile al gelo, facilmente ottenibile da seme, ma che in climi freddi viene conservata come se fosse una Dahlia, estraendo le radici tuberose in autunno e riparandole all’asciutto, sino alla primavera successiva, oppure riparando in ambiente adeguato talee ottenute dai getti basali, che radicano abbastanza facilmente. Non è tuttavia specie facile da coltivare nelle condizioni climatiche del mio giardino, l’insolazione eccessiva e il caldo soffocante ne spengono – purtroppo – la vitalità.
Salvia canariensis
Altra rarità, la Salvia canariensis var. albiflora è la forma albina di una robustissima Salvia arbustiva delle Canarie, ideale per i climi molto caldi e secchi. Non è purtroppo molto resistente ai geli, ma in climi adatti il suo vigore è impressionante, in poco tempo cresce in un grande cespuglio (1,2-1,5 m e più) denso di steli quadrangolari coperti da una fitta lanugine bianca, con foglie astate-triangolari molto belle, tomentose al rovescio, così come i germogli. La fioritura è profusa, in grandi racemi, con calice cartaceo verde e corolla e bianco puro. Questa Salvia è capace di restare ininterrottamente in fiore da aprile sino a dicembre!
Lo stesso si può dire delle altre due forme, decisamente più diffuse della precedente. La specie tipo, S. canariensis appunto, se ne differenzia per il colore dei fiori, a calice purpureo e fiore rosa-porpora, ma ha le stesse foglie, solo appena più tomentose. La S. canariensis ‘Candidissima’, con fioritura dai colori più vivi ed intensi, ha inceve una vegetazione completamente ricoperta da denso tomento, e le foglie, bellissime, sono felpate, di uno splendente biancore argentato che contrasta magnificamente con le infiorescenze.
Salvia discolor
Qui potrei tentare di tenere un contegno decoroso, ma non ci riesco. E’ indubbiamente una delle mie preferite, le lodi sperticate e gli elogi si sprecano. Come poter fare altrimenti? In barba a tutti i libri in cui si legge che è delicata, che non ama il sole, che… chi più ne ha, più ne metta, non smette di profondere tutta la sua bellezza e la sua grazia in giardino. E’ una Salvia originaria del Perù, il cui appellativo specifico, discolor, rimanda tanto al contrasto tra le due superfici della foglia che ai fiori. Le foglie, intanto. Disposte a coppie ben distanziate, sono di un verde brillante nella pagina superiore, bianco argento in quella inferiore. Un biancore che si estende anche lungo gli steli ed ai calici corollini: i fiori invece, inaspettatamente, sono di un incredibile viola-nero, prodotti con eccezionale continuità durante tutto l’arco dell’anno. Questa Salvia ha una crescita particolare, fatta di lunghi steli serpeggianti che tendono a ricadere, pertanto sta benissimo ad esempio al di sopra di un muretto o su un orcio, da cui i rami possano pendere con grazia. Molto resistente alla siccità, si adatta benissimo sotto la mezz’ombra luminosa di un Olivo, ma accetta anche il pieno sole, meglio se non quello forte del pomeriggio. Nelle zone in cui le temperature scendono sotto lo zero è comunque da coltivare in vaso, per poterla riparare.
Salvia africana-caerulea, Salvia lanceolata, Salvia dolomitica
Metto insieme questo gruppo di sorelle, tutte originarie del Sud Africa, perché possiedono caratteristiche simili tanto nell’aspetto generale dell’arbusto quanto in altri caratteri quali ad esempio il fogliame o le infiorescenze, in cui sono tipicamente evidenti grand calici cartacei. Tutte e tre formano cespugli arrotondati, molto folti e ricchi di rametti, con foglie di diversa foggia ma sempre coriacee, lisce, di un cerde grigio più o meno chiaro. Estremamente resistenti alla siccità ed al calore, richiedono pochissime cure e si crogiolano sotto il sole più implacabile.
Salvia africana-caerulea è la più amabilmente disordinata delle tre, con rami lunghi e sottili coperti da foglioline chiare, perfetto sfondo per la fioritura, che è piuttosto precoce e prosegue ad intervalli irregolari per tutta la bella stagione, sino all’autunno. Le corolle, in corte infiorescenze apicali, sono maratamente falcate, di un azzurro lavanda macchiato di bianco, e calice cartaceo verde. Con la maturazione dei semi, questo calice si espande e si tinge di rosso, così da simulare quasi una seconda fioritura. Lo stesso avviene anche nelle altre due specie.
Salvia dolomitica ha foglie corte, spatolate, che emanano una insolita fragranza citrata se spezzate o strofinate, grigio bluastro. Si tratta di un cespuglio di vigorosa crescita, capace di raggiungere e superare con facilità il metro e mezzo, a portamento inzialmente eretto, quindi con fusti che si inarcano verso l’esterno. La fioritura, che avviene tra aprile e giugno, è talmente ricca che le piante ne sono praticamente sommerse. I fiori sono rosa porpora pallido, con ampia macchia chiara nella fauce e calici espansi di un bel rosa antico. La mia pianta fa compagnia ad una Rosa Cinese, ‘Le Vésuve’, ed i colori delle due fioriture si sposano alla perfezione.
Salvia lanceolata, come dice il nome, ha piccole foglie lanceolate, grigio chiaro, di consistenza compatta e coriacea, che sfidano le condizioni più avverse, e nessun parassita semra gradirne l’assaggio. La pianta è compatta, un intrico di rametti ortogonali ben rivestiti di foglie. I fiori, di forma insolita, hanno corolla allungata, di un colore indefinibile… rosa antico aranciato, marrone fulvo e terracotta, su calici vistosi, bruno-rossicci. La fioritura avviene ad intervalli irregolari, secondo il suo personale gradimento. Non contento di averla già sufficientemente messa alla prova, ne ho da poco piantato un secondo esemplare in uno spazio davvero infernale, sotto il micidiale riverbero di un muretto esposto ad ovest. Per tutta risposta, si ostina a crescere con un vigore sorprendente, in compagnia di altre compagne “extra-strong”, l’Hesperaloe parviflora ed il Pelargonium acetosum dalla bella fioritura rosa salmone.
Tommaso Svaldi è un esperto di casa e giardino che gestisce un blog online dove pubblica guide dettagliate su vari argomenti. Le guide di Tommaso sono apprezzate dai suoi lettori per la loro semplicità, chiarezza e precisione. Ogni guida fornisce informazioni dettagliate, passo dopo passo, per aiutare i lettori a completare progetti di costruzione o di manutenzione in modo efficace ed efficiente.