Le rose sono una delle mie passioni, tutti quelli che mi conoscono lo sanno. Ho sempre sognato di poterne coltivare. Rose vere, profumate, come quelle che da bambina, quand’era maggio, andavo a cercare in una stradina vicino casa mia, lungo una vecchia rete di recinzione. Erano di un colore scuro, quasi viola, le corolle morbide riempivano le mie mani, e avevano un profumo buonissimo, di limone dolce, forse di cannella, non lo so, ma mi pare di sentirlo ancora. Scapigliate, disordinate, non avevano certo l’aspetto delle rose giraffesche (dove ho già letto questo termine?) vendute dai fiorai. Ma quelle non mi sono mai piaciute, così come tollero poco le roselline-miniatura che imperversano nei vivai e al mercato in primavera. Questo però è un altro discorso.
Qualche anno fa ho deciso di cimentarmi nella coltivazione delle rose in vaso.
Ecco quello che ho imparato in questo tempo, provando, sbagliando, correggendo gli errori e… rubando qualche idea in giro….
La prima cosa da tenere presente è che non tutte le rose possono venir bene, nello spazio ristretto di un contenitore. La maggior parte di queste creature meravigliose ha bisogno di terra ricca e profonda, in cui poter affondare ed espandere le radici, con la calma e la decisione di un gatto quando si stiracchia. Di conseguenza, la scelta dovrà essere necessariamente limitata ad alcune varietà, più accondiscendenti e in grado di offrire anche in vaso una fioritura discreta e un aspetto accettabile durante tutto l’arco dell’anno.
Il contenitore dovrà necessariamente essere capiente, almeno 50x50cm. Come prepararlo? Sul fondo, oltre ai soliti coccetti per coprire (senza ostruirli) i fori di scolo, dovrà essere predisposto un adeguato strato di argilla espansa, per favorire il drenaggio evitando i ristagni d’acqua, nocivi per le radici.
Al momento dell’impianto, sopra l’argilla dovrà essere posto uno strato di terriccio universale mescolato a letame maturo. Quindi, prima di posizionare la pianta (con il suo pane radicale o a radice nuda – evitando i periodi di gelo, io procedo di solito in autunno inoltrato), si potrà spargere sulla terra un uovo rotto (darà vigore alla pianta, almeno così mi pare dai risultati). A questo punto il vaso potrà essere riempito con altro terriccio e ancora un pò di letame (un paio di manciate basteranno). Si preme bene bene la terra intorno alla pianta, per consentirne l’assestamento ed evitare che si formino pericolose sacche d’aria, e infine si innaffia con delicatezza ma abbondantemente, fino a che l’acqua non fuoriesce dal foro di scolo.
Mantenimento
Concimazioni: – In autunno, quando comincia a fare fresco, rimuovo lo strato superficiale di terriccio (ogni due anni, taglio anche con un seghetto una fetta di terra larga circa un palmo tutto intorno al bordo del vaso) e lo sostituisco con terriccio fresco. Aggiungo due o tre manciate di letame maturo. Aggiungo del letame anche in febbraio; a marzo, poi, somministro un fertilizzante complesso, perché in questo periodo la pianta ha bisogno del maggior vigore possibile e non le deve mancare niente. Per tutta la primavera, fino a che non comincia a fare molto caldo, continuo a dare ogni 15 gg. circa un fertilizzante ricco di azoto, come il sangue di bue. Non esagero mai con le dosi, perché ho letto che l’eccesso di azoto favorisce gli attacchi dei parassiti.
In estate, non sospendo le fertilizzazioni come si potrebbe fare in un giardino, perché per le piante in vaso questo lusso non è molto consigliabile. Passo però, ogni 15 gg., ad un fertilizzante a basso titolo di azoto, perché altrimenti la pianta sarebbe troppo stimolata a produrre foglie e si indebolirebbero i tessuti.
Ogni tanto, 1 o 2 volte a stagione, scavo nel vaso un buchetto profondo e ci butto il solito uovo rotto, a volte con tutto il guscio.
Somministro nella bella stagione anche del ferro, in alternativa al solito turno di fertilizzante, o meglio del sequestrene, per combattere la clorosi che provoca gli ingiallimenti fogliari.
Innaffiature
L’acqua è un vero problema. Troppa, e le foglie ingialliscono. Poca, lo stesso. E’ importante comunque che il terriccio non secchi mai completamente, anche se non dovrà mai essere completamente inzuppato. In estate sarà necessario innaffiare anche 2 volte al giorno, meno nelle altre stagioni (quasi niente in inverno, tranne nei periodi di siccità, compreso il gelo siccitoso, che è pure peggio della siccità e basta. L’acqua andrà data in questi periodi nelle ore più calde della giornata).
Potature
Quando? Quanto? Domanda tremenda.
A parte la periodica ripulitura, con l’eliminazione dei rami rotti o malati, e la costante eliminazione dei fiori appassiti (io recido lo steso sotto la 2° o 3° coppia di foglie), la potatura più importante è quella da eseguire ogni anno, in autunno o in febbraio (prima della ripresa vegetativa). Le teorie su quale periodo sia il migliore sono discordanti; per quanto mi riguarda, posso dire di aver ottenuto i risultati migliori procedendo in febbraio, alla fine del grande freddo, prima dell’inizio dei primi caldi. Ho letto da qualche parte che non sarebbe bene potare le rose in autunno perché in questo modo si priverebbe la pianta durante il periodo invernale delle sostanze nutritive contenute dei rami. Non so se sia davvero così, comunque ho trovato la storia piuttosto convincente.
Il “quanto” potare dipende dal tipo di rosa. Da quanto ho potuto vedere, vale in generale per le rose in vaso la famosa teoria “fammi corta e mi farò bella”. Odio tagliare tanto, ma in vaso le rose, crescendo troppo, tendono nel giro di pochissimi anni a diventare sgraziate e a fiorire poco, difetto che si supera tagliando molto corto. Questo vale soprattutto per le rose a cespuglio. Per le rampicanti (climber), accorcio i rametti laterali a poco meno della lunghezza di una matita.
Le rose sarmentose (rambler) rioriscono sui rami principali nuovi. Vanno perciò eliminati quelli che hanno già fiorito l’anno precedente. I rami nuovi, da tagliare a diverse altezze per ottenere un aspetto più “pieno” e una fioritura per tutta l’altezza della pianta, non solo in cima, potranno essere piegati e condotti orizzontalmente. In questo modo, si stimolerà la produzione di nuovi getti laterali che andranno a fiore.
Possibili problemi
In generale, sarà meglio prevenire che curare. Una posizione corretta, il più possibile al sole ed esposta all’aria, un corretto apporto di acqua e fertilizzante offrono già un certo margine di sicurezza.
Prima dell’inizio della primavera, procedo a trattamenti preventivi che forse sono un pò fortini, ma evitano l’insorgenza di parecchie malattie.
Controllo quasi ogni giorno le piante, e rimuovo la fogliolina con i primi segni di oidio o spiaccico le coloniette di afidi al primo apparire.
Per quanto possibile, cerco di usare prodotti naturali, ma questa è un’altra storia.
Le rose sono creature meravigliose, sanno essere maestose ed eleganti come vere regine. Ma sono anche esigenti e parecchio capricciose: soprattutto se coltivate in vaso, richiedono molte attenzioni e non sempre ripagano i nostri sforzi con un aspetto…. regale.
Fatta eccezione per i mesi migliori (aprile, maggio, qualche volta anche giugno) d’inverno non mostrano che qualche rametto magro magro, mentre in piena estate il caldo forte può ridurle in condizioni quasi penose.
Che fare, quindi, per garantire alla pianta – o quantomeno al vaso che la contiene – un aspetto sempre gradevole, accontentando anche la rosa stessa, che certo si vergogna un pò a rivelare certe sue debolezze?
Semplice: impiantare nello stesso vaso qualche erbacea perenne o piccolo arbusto, una pianta cioè che svolga il ruolo di modesta ancella pronta a fornire i suoi servigi quando necessario ma anche a ritirarsi senza protestare nel momento della sontuosa fioritura rosesca.
Tommaso Svaldi è un esperto di casa e giardino che gestisce un blog online dove pubblica guide dettagliate su vari argomenti. Le guide di Tommaso sono apprezzate dai suoi lettori per la loro semplicità, chiarezza e precisione. Ogni guida fornisce informazioni dettagliate, passo dopo passo, per aiutare i lettori a completare progetti di costruzione o di manutenzione in modo efficace ed efficiente.